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Storia del culto dei SS. Medici a Bitonto

Il culto dei Santi Medici Cosma e Damiano, secondo quanto risulta da alcune testimonianze iconografiche, è introdotto in Bitonto fin dal XIV secolo.
Il primo documento che attesta la presenza della reliquia a Bitonto risale però al 1572, data di svolgimento della Visita Pastorale di Mons. Musso. Il culto dei Santi Cosma e Damiano è stato anche segnalato da Giovanni Paolo II nel discorso ai Vescovi pugliesi del 20 dicembre 1986, come potente fattore di promozione di unità della Chiesa fra Oriente e Occidente.
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Le origini del culto e le Statue dei Santi Medici di Bitonto
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Le due stupende statue dei Santi Cosma e Damiano che oggi troneggiano al centro dell’abside della maestosa Basilica Pontificia in Bitonto hanno una storia di fondamentale importanza per la diffusione del culto riservato ai santi. Alle due statue miracolose è legata proprio la diffusione del culto a Bitonto. La loro origine oscilla tra storia e leggenda.
Secondo un’antica tradizione popolare, documentata dal teologo Gaetano Pasculli, profondo conoscitore e cultore di arte cristiana e storia antica di Bitonto, le due statue appartenevano, non si sa né da quando, né come, ad un umile e onesto operaio, Vincenzo Amenunno, che abitava nel centro storico bitontino, vicino all'arco Sant'Anna. Le statue erano costituite da due manichini di legno con testa, mani e piedi mobili, ed erano conservate in una modesta cassa di abete.
Ogni anno in occasione della festa liturgica del 26 settembre, l’Amenunno le montava, le rivestiva con i caratteristici abiti orientali e le esponeva alla venerazione dei devoti nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria. A festa finita le smontava per conservarle nella cassa di abete. I discendenti di Amenunno, ancora in vita, narrano per tradizione un miracolo operato dai Santi Cosma e Damiano in favore di una donna napoletana, di cui i bitontini sono a conoscenza, anche perché da questo evento miracoloso, avvolto fra storia e leggenda, prende avvio il vero culto degli anargiri a Bitonto.
Una donna napoletana, di cui si ignorano le generalità che doveva subire l'amputazione di una gamba a causa di un cancro, la notte precedente all’operazione sognò due giovani (rito dell’incubatio) che le dissero di chiamarsi Cosma e Damiano. Essi la medicarono e le dissero che erano di Bitonto. Una volta risvegliatasi, la donna verificò la guarigione dell’arto e non necessitava più di un’operazione chirurgica. Colpita da questo straordinario evento, la donna si mise in viaggio e si recò a Bitonto, allora una città davvero poco conosciuta, cercando l’indirizzo ricevuto in sogno; si diresse alla casa della famiglia Amenunno.
Alla descrizione dell’accaduto l’operaio non seppe dare subito una risposta, ma per la viva insistenza della donna nel descrivere le fattezze dei due giovani, seppure arrossendo dalla vergogna, l’operaio aprì dinanzi a lei la cassa di abete contenente le due statue di legno. Con immensa sorpresa la donna notò che le due statue riproducevano alla perfezione le sembianze dei suoi guaritori, loro unica salvezza: si mise in ginocchio e con le lacrime agli occhi le baciò e le ribaciò per ore. Così racconta la tradizione.
Come ringraziamento la donna fece restaurare i due manichini deteriorati dal tempo e fece anche confezionare degli abiti nuovi. Dopo questo mirabile evento la famiglia Amenunno, donò le miracolose statue con la cassa alla chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, spostate poi presso la chiesa di san Giorgio Martire.
Dobbiamo annotare che nel corso della storia, in circa tre secoli, i manichini di legno, a causa del tarlo, furono fatti restaurare; si escluse naturalmente il legno, lo zinco e altri materiali in resina, per la scarsa nobiltà del materiale e si preferì il bronzo che, pur presentando la difficoltà del peso delle statue (60 kg ciascuna) durante la processione, offriva garanzia di stabilità, di nobiltà e di decoro. Di questo miracolo i bitontini, ancora oggi ne sono a conoscenza, perché attraverso tale prodigio Cosma e Damiano sono diventati famosi e celebri nella città di Bitonto.
Secondo un'altra versione invece, le due statue sarebbero state commissionate dal parroco di San Giorgio Martire, don Giuseppe Minnuto, (il cui cognome poi si sarebbe trasformato in Amenunno), ad uno dei migliori intagliatori napoletani Giacomo Colombo. Tuttavia, ancora oggi la realizzazione di queste due statue rimane avvolta tra storia e leggenda.
I bitontini sostengono però che, grazie a queste due statue fosse iniziato il culto dei Santi medici a livello locale. Il culto verso le due statue miracolose è per i bitontini motivo di profonda gioia e garanzia di protezione.
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L' incendio
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La tradizione popolare racconta un altro evento miracoloso che contribuì ad incrementare il culto dei due Santi nella città.
La notte tra il 23 e il 24 ottobre 1893 scoppiò un incendio che distrusse parte della chiesa di San Giorgio Martire, insieme all’intera cappella dedicata ai Santi Medici, l’altare di legno e tutti gli arredi sacri.
Ma in questo incendio le Sacre Statue dei Santi Cosma e Damiano rimasero incolumi, come se l’incendio non si fosse mai verificato. Furono effettuati anche studi scientifici che rivelarono l’evento miracoloso, proprio perché l’intera cappella e tutto ciò che vi era compreso in essa fu completamente distrutto tranne le Sacre Statue, che rimasero intatte come se nulla fosse accaduto. I bitontini affermarono che questo evento miracoloso dimostrava la protezione dei Santi sul popolo locale.
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Diffusione del culto
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Grazie alla stampa cominciarono ad essere realizzate le prime “immagini sacre” dei Santi Medici, in modo che i fedeli avessero l’immagine dei due Maestri anche presso le loro abitazioni, incorniciate in grandi quadri o inserite in campane di vetro nelle quali venivano adagiate le statue dei due Fratelli in dimensioni certo ridotte, o incollati ai muri nelle stanze da letto, dove solitamente venivano allestiti altarini, e dove le “comare” si riunivano in preghiera in devozione dei Santi.
Spesso, grandi quadri che raffiguravano i due Santi venivano appesi ai muri nei portoni delle case, per scacciare il male del diavolo; o tali quadri venivano poi spostati nelle stanze del malato e sotto di essi venivano accesi delle candele in segno di preghiera e di devozione. L’immagine sacra era dunque diventata presenza fisica dei due Santi, tanto che era possibile ritrovare tali immagini nelle botteghe dei sarti, dei calzolai, nei negozi di alimentari; le immagini sacre dei Santi Cosma e Damiano erano entrate nel costume tradizionale del popolo bitontino.
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- Testo tratto da Wikipedia.
N.B. - Tutte le foto provengono dall' archivio privato del dott. Franco Stanzione ed è vietato riprodurle senza il suo consenso e/o omettendo di citarne la fonte.

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